domenica 31 gennaio 2010

CAPELVENERE


La mia socia ha già citato la resistenza di questa piantina in esterno nei nostri freddi giardini, difatti riesce a crescere sino alla fascia sub-alpina.
Il nome scientifico è Adiantum Capillus-venere ed è una delle piante dedicate alla dea Venere.
Viene chiamata così perchè i suoi piccioli (cioè i collegamenti delle foglie al ramo) sono leggeri e sottilissimi come i capelli. Adiantum deriva dal greco adiantos che significa " non si bagna ", infatti le foglie non si bagnano anche se le si immergono in acqua e la pioggia scivola su di esse senza impregnarle. Nel vocabolario sentimentale del 1800 era utilizzato come simbolo della modestia e della discrezione oltre che del segreto.
Nel XVII secolo lo sciroppo di capelvenere, mescolato con il tè e con il latte caldo era una bevanda molto apprezzata chiamata " bavarese " e consumata nel famoso Café Procope.
Ha numerose proprietà medicinali: espettoranti, emollienti e decongestionanti; viene utilizzato per combattere i sintomi influenzali e per sgrassare i capelli, prevenire la forfora ed ostacolarne la caduta. Pare che una sua tisana all'1% serva a diminuire l'assuefamento all'alcool ed al fumo e che sia di sapore gradevole e ben accetto anche dai palati più esigenti!

LA GALAVERNA



Settimana scorsa ho visto l’affascinante fenomeno della galaverna: un paesaggio spruzzato di bianco. Trovo suggestivi soprattutto i rami scheletrici imbiancati.
Ma che cos’è la galverna? In sostanza è nebbia ghiacciata.
Con temperatura leggermente inferiore a 0° C (-2°, -3°C), le minuscole goccioline che formano la nebbia si solidificano a contatto delle superfici fredde, formando uno strato soffice di aghi di ghiaccio. La galaverna, infatti, non è uno strato duro come il ghiaccio (caso della gelata) ma può essere scossa via ed è per questo che non è pesante e non provoca la rottura dei rami.
Una curiosità: sapete che le goccioline d’acqua molto piccole, come quelle della nebbia, restano liquide nell’atmosfera anche se la temperatura è sotto lo 0 (si chiama sopraffusione) e solidificano solo se toccano cose solide (diventando appunto galaverna)! Per questo la galaverna è diversa dalla brina e dalla gelata.
Simile alla galaverna è la meno conosciuta calabrosa che si forma con gocce più grosse (pioggia) e vento freddo (-2°, -8°C), provoca croste di ghiaccio granuloso anche spesse, che possono spezzare i rami.
Il ghiaccio sui rami può essere anche benefico in quanto uccide i parassiti come ad esempio gli afidi svernanti.
Il significato di galaverna è per metà “crucco”, dal germanico/longobardo, “cala” di “calìgo” = nebbia e per metà latino “hibernus” = che si congela.

Dedicato a Enrico.
Ti sarebbe tanto piaciuto questo paesaggio un po’ lunare, tutto infarinato e freddo. Gli aghi di ghiaccio e i fiocchi di neve erano tra le cose che più ti affascinavano. Con i miei occhi cerco di guardare tutto questo anche per te e ti penso... Come per te annuserò l’odore del temporale estivo, ascolterò le gocce della pioggia cadere sul tetto, guarderò brillare la fiamma nel camino, ammirerò la tela del ragno bagnata dalla rugiada e tante altre cose che amavamo condividere.
Bea

venerdì 22 gennaio 2010

COLORI D'INVERNO

Prima vi riscaldo un pò il cuore con un bel fuoco...


E poi vi parlerò della Callicarpa Bodinierii, cespuglio " banale " durante tutto l'anno ma che appena perde le foglie diventa bellissima!







TROVA L'ERRORE

Dedicato a chi crede di essere sempre il più bravo.....

Ma non ammette mai i propri errori....

giovedì 21 gennaio 2010

ALBERI DEI PARCHI


Le foglie scricchiolanti erano di un gruppo di Acer Platanoides, detto anche Acero Riccio.
E' originario dell'Europa centro-orientale ed in Italia lo troviamo nelle regioni settentrionali.
Le foglie sono verdi ma in autunno si colorano di un bellissimo giallo. Viene considerato un'essenza forestale.
Il nome dell'acero deriva dal latino acer che significa " aguzzo " o " acuminato " ed è stato proprio ispirato dalla foglia dell'acero riccio che come vedete ha i lobi appuntiti.
Una leggenda ungherese narra che dal suolo dove era stata seppellita una principessa assassinata, nacque una pianta di acero. Dal suo legno un pastore ne ricavò un flauto che ad un certo punto parlò svelando il nome dell'omicida. Qualche secolo più tardi, in tutta Europa ed anche dal maestro Stradivari, cominciò ad essere utilizzato per la costruzione di strumenti musicali...

martedì 19 gennaio 2010

VERMICOMPOST: MITICO E STRAORDINARIO



Dal punto di vista scientifico, il Vermicompost è una molecola molto complessa che deriva dai lenti processi di decomposizione della sostanza organica presente nel letame. Contiene tutti i minerali fondamentali per la crescita delle piante come azoto, carbonio, potassio e fosforo. Il Vermicompost non è solo un nutrimento ma migliora anche il comportamento dell'acqua nel terreno e cioè il suo assorbimento ed il suo rilascio.

Personalmente, mi piace considerare il Vermicompost una sorta di spugna che assorbe e cede acqua e sostanze nutritive. Senza di esso qualsiasi terreno del mondo è da considerarsi povero ed arido.
Per questo motivo il vero giardiniere non ne può fare a meno. Qualsiasi testo del settore vi consiglierà di aggiungerlo al terriccio per creare una miscela perfetta per i trapianti oppure per una completa e naturale concimazione, adatta ad ogni tipo di pianta. Qualcuno ha detto che dopo averlo usato le sue piante sembravano "dopate"!

Il nostro marchio di fiducia è "Natura è vita" e il suo nome la dice tutta! Questo produttore ottiene la trasformazione del letame bovino in ottimo Vermicompost, attraverso l'attività di particolari lombrichi. Il prodotto che ne risulta è sorprendentemente inodore e ricco di elementi naturali e flora batterica indispensabile per ripristinare e mantenere la fertilità del terreno. Il toccasana, ad esempio, per i terricci "stanchi" ed esauriti dall'aver ospitato per anni le piante.
Il Vermicompost è un prodotto assolutamente BIOLOGICO.
Allora cosa aspettate a farne scorta?!
Per maggiori info cliccate su http://www.naturaevita.it/

lunedì 11 gennaio 2010

PIANTE INDICATE PER LUOGHI POCO LUMINOSI

CAPELVENERE
Attenzione, teme la siccità!

CHAMADOREA ELEGANS
Anche lei teme il terriccio troppo secco.


AGLAONEMA COMMUTATUM
Pianta resistente anche alle dimenticanze di innaffiatura...




NUOVAMENTE COLORI AUTUNNALI

Altro cespuglio meraviglioso: Fothergilla Major. Il suo aspetto è unico...






DI NUOVO COLORI AUTUNNALI

Questo bellissimo cespuglio si chiama Cotynus Coccygria, detto anche Albero della nebbia. Viene così soprannominato perchè produce delle pittoresche infiorescenze piumose, molto leggiadre...
Può avere il fogliame verde o rosso e prima di perdere le foglie assume questi fantastici colori.


mercoledì 6 gennaio 2010

I CICLAMINI D'INVERNO

Molti, come me, avranno sul balcone dei bellissimi ciclamini ancora fioriti malgrado sia pieno inverno e quindi molto freddo. Lasciateli al freddo e bagnateli poco nelle ore più calde della giornata (mantenete soltanto l'umidità del terreno), non metteteli in casa!. Fate però attenzione alle gelate, perchè amano il freddo ma temono molto il gelo, quindi al freddo sì ma riparati.
Quando saranno sfioriti, riducete le annaffiature fino a che le foglie non diventino gialle, poi conservate il bulbo nel vaso senza bagnare fino all'autunno. Bagnerete di nuovo, un po' di concime liquido e il ciclamino riprenderà a vegetare e farà ancora dei bei fiori.
Auguri a tutti da Bea e un bacio al mio Rex che ha dato vita a questo blog e che di recente ci ha lasciati.